Il dott. Arthur Machac è stato avvicinato dal gestore di un growshop che era stato accusato di aver contribuito alla produzione di 870 kg di cannabis dal settembre del 2009 al febbraio del 2012, vendendo un totale di 155.000 talee. Trattandosi di un affare di un certo calibro, inizialmente era stata presa in considerazione l’accusa nei suoi confronti di essere a capo di un’organizzazione criminale (pena prevista da 10 a 20 anni o ergastolo), ai sensi dell’art. 28a para. 5 della legge sugli stupefacenti. Ciò è stato evitato. Successivamente l’imputato è stato condannato in prima istanza a 3 anni di pena detentiva senza condizionale. Grazie al ricorso ottenuto presso la Corte Suprema al 15 Os 22/13v si è creata una nuova possibilità per l’imputato. Nella seconda fase del processo la pena è stata ridotta ad un totale di 34 mesi, 10 dei quali senza condizionale. Questa può essere scontata tramite cavigliera elettronica e la pena detentiva viene risparmiata al mandante.
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